Lo sfascio che vediamo ogni giorno induce a desiderare che il governo e l’economia vengano affidati ad amministratori scrupolosi, pragmatici, competenti e onesti.
Come guastafeste di lungo corso, dissento ferocemente da questa impostazione semplicistica.
Il pragmatismo l’abbiamo sempre avuto al governo e abbiamo visto cosa ha combinato: i pragmatici sono quelli che alla fine si fanno gli affari personali e quelli della tribù, partito o casta che rappresentano, a scapito del bene comune.
I competenti e i tecnici, hanno fatto sfasci immensi. Non dimentichiamo che un politico saggio può benissimo farsi consigliare da esperti, valutando caso per caso ciò che è meglio, mentre un tecnico al governo è comunque automaticamente un politico, e quindi deve ingraziarsi – in qualche modo – chi l’ha messo a governare.
L’onestà, infine, dovrebbe essere un prerequisito, non un merito: considerarla un merito, o, peggio, la base del proprio programma politico, vuole dire, non soltanto non avere un programma vero, ma soprattutto rafforzare la forma pensiero opposta, cioè che tutti i politici sono disonesti e ladri, forma pensiero che è alla base del malcostume che vediamo. Se scambiamo i mezzi con i fini, non andiamo da nessuna parte, maceriamo nel pantano e nella melma di sempre.
Quello che occorre veramente al nostro paese e al mondo intero sono… sognatori e visionari!
So che un bel rogo sfavillante è già pronto per me, se mi azzardo a ripetere in giro questa affermazione, ma non indietreggio affatto di fronte alla certezza dell’incomprensione.
Invito, tuttavia, il lettore, che si sentisse già fin d’ora troppo scandalizzato, a fermarsi qui, per evitare serie complicazioni, rischi di smarrimento, di eccessive riflessioni o, addirittura, di contagio. Continua a leggere