Fino a non moltissimo tempo addietro fioriva un filone letterario che si chiamava agiografico, e che consisteva nel descrivere le vite dei santi. Tali descrizioni erano piene di iperboli, di invenzioni, di esagerazioni, e non avevano nulla a che fare con la storia vera. In questo tipo di letteratura i buoni (=i santi) erano eroici, perfettissimi, infaticabili, mentre i malvagi (=diavoli, empi ed eretici) erano la quintessenza dei ogni perfidia.
Poche cose sono così rassicuranti che vedere il bene tutto da una parte e il male tutto dall’altra. Illuminismo, scientismo e laicismo hanno raso al suolo questa fiorente letteratura ed anche tutte le sicurezze che essa dava.
Eppure, sotto mentita veste, la letteratura agiografica non è affatto scomparsa, anzi sta facendo più audience di prima.
Pur avendo abolito da 20 anni la televisione dalla mia vita, mi è bastato vedere un telegiornale e ho scoperto che questa è la forma in cui il genere si è trasformato. Nel telegiornale, il padrone di turno della rete è il santo e i suoi oppositori sono i demoni.
E’ stupefacente vedere quanto sia tranquillizzante la totale divisione tra male e bene…