Deh cantami o Muso, sul mio pianoforte
grugniti melliflui ed arie contorte
ché tutti gli amici, presenti e perplessi,
capiscano solo quant’io li sfottessi.
Facocero immenso, tu sei il mio Vate
ispiri al mio ingegno idee prelibate
mi apri la mente e la fantasia
mi stimoli a scriverti questa poesia.
Se rido ogni giorno non è per stoltezza:
la mia terapia si chiama allegrezza,
se pure più d’uno per questo si offende
a rider di cuore la vita risplende.
[Filastrocca di S. Silvestro 2014]