Diario dall’India: 21 gennaio 2015

Questa mattina una ragazza che frequenta il mio corso era visibilmente fuori fase. Le ho chiesto che cosa non andsse e lei mi ha risposto che moriva di freddo. La cosa era molto comprensibile, perché aveva scarpe infradito con i piedi nudi e un vestito bellissimo ma estivo. Una sua amica mi ha detto che visto che l’inverno dura solo due mesi, i ragazzi più poveri non comprano abiti caldi che possono essere usati per così poco tempo, e, quindi, si tengono il freddo. Qui tutti sono vestiti in maniera insufficiente. Per la strada le scarpe infradito sono la regola, non l’eccezione. Qualcuno ha delle calze, ma è sempre troppo poco.

Alla mia lezione è venuto il direttore della scuola. Finora non era mai venuto, anzi, da tempo non era neppure a Kalinpong. Avedo saputo che nel pomeriggio precedente c’erano state molte defezioni, ha fatto una ramanzina agli studenti. La ramanzina era di grande violenza, i poveretti erano terrorizzati e contriti, e io ho provato un forte senso di disagio. Mi dicono che qui la scuola è estremamente autoritaria. L’ho potuto vedere con i miei occhi.

Nel pomeriggio ho diretto per la priima volta l’orchestra della scuola. O meglio, quella parte che è disponibile, visto che il mio corso si tiene in un momento in cui gli studenti sono in vancanza. Il numero di ragazzi che fanno parte dell’orchestra è 300 (!!!), ma durante le vacanze il responsabile ne ha raccolto solo una ventina.

 

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