Diario dall’India: 30 gennaio 2015

Oggi voglio parlare di vestiti e abbigliamento.

Qui a Crookety è molto difficile trovare degli abiti già fatti. Le persone vanno nei negozi di stoffe a comprare i tessuti e poi vanno dai sarti a farsi fare i vestiti su misura.

Esattamente quello che succedeva in Europa fino a non tantissimi anni fa, poi la pratica è scomparsa in quanto i vestiti già pronti sono immediatamente disponibili e meno costosi.

Però un vestito su misura è perfettamente calibrato sulla persona e quindi calza a pennello, a differenza degli abiti industriali dove viene seguita una misura media che non si adatta affatto a tutti.

Pertanto ho deciso di farmi fare su misura una camicia e due Kurta Pijama: uno sgargiante di seta e uno sobrio di cotone. Il più costoso dei due l’ho pagato – tutto compreso – meno di 30€.

 

Diario dall’India: 29 gennaio 2015

Anche oggi duro lavoro ma niente eventi particolari da raccontare.

E, come al solito, voglio mostrare altre stranezze, per noi inconcepibili di questo posto.

In questi giorni, a Crookety House, abbiamo i muratori per dei lavori di manutenzione e riparazione del tetto.

Vorrei solo che guardaste la foto sottostante, ovvero come viene costruita qui una impalcatura in bambù. In Italia per molto meno ci darebbero l’ergastolo. Qui è l’assoluta normalità.

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Diario dall’India: 28 gennaio 2015

Anche oggi non è successo niente di particolare, a parte che in serata è venuto a Crookety House uno scrittore russo che vive nel Regno Unito e con il quale abbiamo amabilmente conversato.

A questo punto vi racconto, a grande richiesta – visto che tutti mi chiedono come si mangia in India – qualche cosa relativo al nostro menu quotidiano (sulla cucina parlerò un’altra volta).

La mattina per colazione Suman ci prepara caffè e the, come avverrebbe in qualsiasi altra parte del mondo. Qualche volta prepara anche del porridge, ma non ha avuto molto successo. Quello che ha avuto enorme successo è il pane tibetano – un pane a cassetta fatto con delle farine strane e saporitissime, che viene abbrustolito nel tostapane – sul quale spalmiamo una deliziosa marmellata d’arance, di fabbricazione bhutanese, che è meravigliosa in quanto è metà marmellata metà gelatina. E’ talmente appetitosa che ne consumiamo grandi quantità e suscitiamo le perplessità dei nostri amici indiani perché finora non abbiamo voluto provare nient’altro. Oltre a questo Suman prepara uno yoghurt fatto in casa squisito. Visto che non voglio mangiare latticini mi sono limitato a mangiarlo un paio di volte, comunque è meraviglioso.

Il pranzo quasi sempre lo consumiamo al Gandhi Ashram. C’è sempre il riso Basmati cotto a vapore, la zuppa di lenticchie (molto liquida) che si sparge sul riso, e più piatti di verdure in padella con abbinamenti e spezie diversi. Talvolta a fine pasto c’è pure un dolce (al cioccolato o alla banana). Raramente c’è, in aggiunta alle verdure in padella, un po’ di pollo oppure del pesce (sì, qui i contadini allevano pesci in vasche e da queste parti si trovano pure le pescherie. Purtroppo i pesci di acqua dolce che si trovano qui sono pienissimi di spine e poco appetitosi.  Spesso vengono messi in tavola i pickles. Pickle in inglese significa conserva, cibo in barattolo. Qui significa una bomba di peperoncino da rimanere ustionati. Difficile assaggiarli due volte, i sopravvissuti imparano rapidamente la lezione.

La cena è sempre a Crookety House. Comprende molte cose differenti, secondo un menu che viene sempre variato secondo un’alternanza a base settimanale. Qui Suman dà il meglio di se stessa, con una grande varietà, non facilmente sintetizzabile in poche righe. E noi ne siamo estremamente soddisfatti.

 

Diario dall’India: 27 gennaio 2015

Oggi è una giornata in cui, stranamente, non sono successe delle cose particolari. Ho lavorato tutto il giorno al Gandhi Ashram, 4 ore la mattina e 4 ore al pomeriggio.

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Al lavoro con il coro. Guardate come sono vestito io e come sono vestiti gli studenti…

Ho deciso che, nelle giornate in cui non ci sono eventi particolari degni di nota, nel mio blog riporto alcune osservazioni e curiosità relative alla mia permanenza in India.

Oggi vi racconto una delle tante cose interessanti dell’India: i costi bassissimi.

Qui vivere costa pochissimo, quando prendo il taxi spendo circa un euro, quanto in Italia mi costa prendere l’autobus, abbiamo comprato 3 torte grandi alla frutta in pasticceria e abbiamo speso un euro ciascuna. Questo perché la rupia indiana ha un cambio molto basso rispetto all’euro (ed anche al dollaro) e questo favorisce certamente il turismo e le esportazioni.

Ecco cosa mi ha dato un botteghino dei cambi in cambio di 100€. Sono così tante banconote che non ci stanno nel portafoglio.

Ecco cosa mi ha dato un botteghino dei cambi in cambio di 100€. Sono così tante banconote che non ci stanno nel portafoglio.

Tuttavia quando si tratta di vendere ai turisti i prezzi schizzano alle stelle. Le statuette in ottone o in rame delle varie divinità indù, amatissime dai turisti, vengono vendute a prezzi occidentali, così pure alcuni alberghi di lusso, la cui clientela è solo occidentale, sono estremamente cari, perfino se vengono confrontati con prezzi europei.