La grande narrazione

Le troppe Europe

La grande finanza speculativa è pure legatissima – per interesse – all’europeismo (indispensabile alla finanza è l’abbattimento di ogni barriera), per cui è assolutamente indispensabile capire cosa si intende per Europa, concetto non banale e tutt’altro che condiviso.

  1. L’Europa Storica – tutti noi sappiamo che il concetto di Europa è antichissimo. Molti rifiutano di farlo risalire all’Impero Romano, che di fatto era multi continentale, ma sicuramente nel Sacro Romano Impero di Carlo Magno l’idea di Europa era ben presente. Dopo secoli di guerre l’uno contro l’altro, dopo ben due guerre mondiali scatenate in Europa tra paesi europei e poi espanse a macchia d’olio su tutto il pianeta, molti europei hanno detto: Basta! Abbiamo una grande storia comune, sia pur su lati opposti delle barricate, abbiamo una cultura che presenta più analogie che differenze, richiamiamoci a questi elementi unificanti e cooperiamo tra di noi.
  2. L’Europa della Cultura e della Civiltà. – Si può a buon diritto parlare di Cultura Europea. Gli artisti non hanno mai conosciuto confini e hanno sempre viaggiato operando ovunque. Pittori, scultori, architetti, musicisti, coreografi, poeti, romanzieri, stilisti, designers e ogni altro genere di creativi hanno portato ovunque la loro arte. Lo stesso è avvenuto per la scienza e lo stesso, pur se in maniera più conflittuale, per la religione, visto che possiamo a ragione definire l’Europa come un continente fortemente radicato nel cristianesimo.
  3. L’Europa dei grandi statisti – Già nel 1923 il conte austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi formulò un manifesto basato sul concetto di Pan-Europa. A Ventotene nel 1941, degli antifascisti condannati al confino sull’isola scrissero un manifesto che, dibattuto da molti prigionieri, fu poi redatto da Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Erano le idee di base per la costruzione di una Europa libera e unita, proprio mentre la seconda guerra mondiale stava infuriando ovunque. Finita la guerra, alcuni grandi statisti con una profonda visione (Alcide de Gasperi assieme al tedesco Konrad Adenauer, ai francesi Robert Schuman e Jean Monnet, all’olandese Johan Willem Beyen, al belga Paul-Henri Spaak) formularono un progetto di Europa unita e collaborativa. Il sogno era bellissimo, ma le cose non andarono affatto secondo i loro piani (anche se la grande narrazione ci racconta il contrario).
  4. L’Europa dei cittadini e dei diritti – Il 5 maggio 1949, subito alla fine della seconda guerra mondiale, con il Trattato di Londra nasceva il Consiglio d’Europa (che sia chiaro: non ha nulla a che fare con l’Unione Europea!) che ha sede a Strasburgo. Questa istituzione comprende veramente tutta l’Europa geografica e politica (47 membri) e non solo i paesi poi confluiti nell’Unione Europea (27). Il compito del Consiglio d’Europa è: 1) Tutela dei diritti dell’uomo, della democrazia parlamentare e garanzia del primato del diritto; 2) Sviluppo dell’identità europea, basata su valori condivisi, che trascendono le diversità culturali; 3) Conclusione di accordi europei per armonizzare le pratiche sociali e giuridiche degli Stati membri. Tuttavia il Consiglio di Europa non ha mai avuto alcuna influenza pratica ed è sempre stato un organismo puramente simbolico.
  5. L’Europa dei mercati e dei finanzieri – È nata dalla CECA (comunità europea del carbone e dell’acciaio fondata nel 1951) che poi si è trasformata in Comunità Economica Europea (nel 1957) per poi divenire, a seguito del trattato di Maastricht (1992, col famigerato parametro del 3%) e l’adozione dell’Euro nel 1999, Unione Europea. Come si vede, solo i parametri economici fondano questa Europa e ne costituiscono la storia. Questo modello, che non ha niente a che vedere con i precedenti qui presentati, è stato perfettamente progettato per favorire al massimo la grande speculazione finanziaria delle multinazionali e per mettere tutti i paesi in competizione – invece che in cooperazione – gli uni con gli altri. Indovina indovinello: quale modello ha vinto tra tutti quelli qui presentati? Secoli di guerre militari si sono trasformate in guerre economiche, ma sempre guerre sono. Per fregarsi l’un l’altro, alcuni paesi sono diventati paradisi fiscali (Olanda, Irlanda), altri paradisi giuridici (Lussemburgo), altri paesi egemoni (Germania, Francia), altri paesi-preda in libertà vigilata (PIGS) in attesa di essere spolpati. Parlo di paesi preda in quanto le loro economie sono basate su piccole e micro imprese, che intralciano i modelli economici delle multinazionali. Chi governa sono i cosiddetti mercati (come già detto significa speculatori finanziari) che sono la vera eminenza grigia onnipotente a monte di ogni decisione. Le guerre economiche hanno inventato delle cose terribili come lo spread, parametro che non c’è mai stato in alcun libro di economia fino al 2012, quando l’UE decise di far fallire la Grecia (c’è ancora qualche bevitore seriale che parla di solidarietà europea? Convinciamolo a smettere). Lo spread, legato a parametri di presunta solvibilità degli stati, è il principale sistema con cui i paesi del Nord Europa stanno confiscando le risorse di quelli del Sud.

Il fatto che i concetti di Europa siano ben cinque, permette alle forze oscure di gongolare, perché la confusione è il loro approccio preferito e più proficuo. Pertanto chi si dichiara europeista sta dando inconsapevolmente il suo consenso all’Europa degli speculatori, mentre chi sogna l’Europa dei Cittadini viene chiamato antieuropeista e sovranista, sinonimo o peggiorativo di fascista.

Va detto qualcosa anche sulla questione delle guerre economiche: dopo Hiroshima le guerre militari tra paesi tecnologicamente sviluppati sono improponibili, quindi le guerre militari si fanno solo tra paesi avanzati e paesi arretrati, perché così, con un po’ di bombardieri, missili e droni, i paesi avanzati hanno la vittoria garantita. Lasciando ai paesi arretrati, come extrema ratio, il terrorismo, chiamato a buon diritto l’atomica dei poveri.

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