La grande narrazione

La sovranità

L’insulto più grave che vi possono fare di questi tempi è: sovranista. E questo mostra con evidenza lo strapotere della grande narrazione.

Ogni nazione è il risultato di un lungo processo che si è svolto nei secoli. E alla fine di questo lungo processo ogni nazione vorrebbe godere della sovranità, concetto molto complesso e ampio, ma che ha a che fare con la possibilità autonoma di darsi regole, difendersi, amministrarsi, battere moneta, gestire i propri beni e i propri territori. L’Art. 1 della Costituzione Italiana dice che la sovranità appartiene al popolo, ma da quando l’Italia è entrata nell’Unione Europea, ci troviamo ad avere perso quasi totalmente qualsiasi sovranità.

Abbiamo perso la sovranità monetaria a causa dell’Euro, quella giuridica a causa della Corte di Giustizia Europea che costituisce un livello superiore alla giustizia nazionale, quella legislativa a causa del parlamento europeo le cui decisioni superano le decisioni di quello nazionale. Gli stati che (come la Grecia) per una crisi economica fanno richiesta del cosiddetto Fondo Europeo di Solidarietà (notate l’ipocrisia dell’espressione), perdono perfino la sovranità amministrativa e, fino al raggiungimento dell’obiettivo economico preposto, vengono governati direttamente dalla Troika europea, la quale, non essendo eletta e non dovendo guadagnarsi alcun consenso né ricevere voti di fiducia, può agire con ogni ferocia sulla pelle dei cittadini. E in Grecia abbiamo visto ogni possibile vergogna: i cittadini stati sono ridotti alla fame, tutti i beni dello stato sono stati svenduti, la sanità pubblica è stata smantellata e si muore facilmente per malattie che altrove non rappresentano alcun problema, raggiungendo i tassi di mortalità per assenza di cure dell’Africa Centrale.

I cittadini italiani hanno mai fatto un referendum per acconsentire alla perdita di sovranità? Mai! Si è fatto finta che l’Unione Europea sia il disbrigo di un normale trattato internazionale, per il quale non è previsto alcun referendum, invece che una differente struttura politica incompatibile con gran parte degli articoli della Costituzione.

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