Pochi giorni fa il procuratore generale aggiunto della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli, ha affermato che la corruzione in Italia vale circa 60 miliardi di euro, che nell’anno 2011 sono state inflitte condanne in primo grado solo per 75 milioni di euro e che il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa è prodotto dall’Italia.
Questi dati sono logicamente preoccupanti e raccapriccianti, ma visto che io sono un guastafeste abilissimo, vorrei dire che i danni reali della corruzione sono di gran lunga peggiori di questo, pur terribile, calcolo.
Corruzione, nella maggior parte dei casi, vuole dire che un pubblico amministratore affida lavori, impieghi e consulenze oppure acquista dei beni e dei servizi per uso pubblico non in base alla qualità e alla utilità dei beni e delle opere commissionate, ma in base alla tangente ricevuta.
Pertanto, se anche si potessero recuperare i soldi delle mazzette, questo non porterebbe un grande giovamento, perché ci troveremmo di fronte a beni e servizi, se non inutili e, comunque, della più infima qualità.
Infatti spesso percorriamo strade – gruviera, pur se appena costruite o riasfaltate, vediamo pubblici edifici costruiti alla peggio non posso, senza alcuna qualità né logica, vediamo costruire opere inutili e spesso dannose per il paesaggio e l’ambiente,vediamo fare restauri incompetenti che rovinano l’opera da restaurare.
Relativamente ai danni morali, tutti parlano di danni all’immagine, ma anche questi, secondo me, non sono i più gravi.
Il vero danno morale della corruzione è il messaggio che trasmette: la qualità non conta niente, ogni merce o ogni lavoro, per quanto orripilante avrà sempre un ricco mercato se si ungono bene i meccanismi; la collettività è solo una discarica in cui sversare schifezze e incompetenze vendendole a peso d’oro.
Il fiume di denaro per le mazzette e per fare la cresta sulle pubbliche forniture è, quindi, solo un aspetto del problema.
Quello più drammatico è dovere convivere con strade impercorribili, edifici pubblici fatiscenti, servizi pubblici scadentissimi, acquedotti colabrodo, trasporti impraticabili, sistemi di sicurezza inesistenti, prodotti ottimi che non ricevono autorizzazione o omologazione e prodotti pessimi che la ricevono, regolamenti che costringono il cittadino ad acquistare determinati beni e servizi per essere in regola, e, soprattutto, imbattersi in pubblici dipendenti e funzionari la cui arroganza e incompetenza ostenta con chiarezza il vero motivo della loro assunzione.
Aspetti certamente difficili da quantificare in termini strettamente pecuniari, ma che non sono affatto secondari.