Dall’Illuminismo ad oggi gli uomini sono fieri della loro intelligenza. Dicono che è proprio la ragione che li distingue dagli animali e mostrano le grandi scoperte della scienza come prova di tale intelligenza. Purtroppo questa fierezza è autoreferenziale, perchè, se osserviamo bene, il pensiero umano, quando non è gestito con saggezza, è tutt’altro che questo gran capolavoro.
- Innanzitutto non ha mai risolto nessuno dei grandi problemi dell’umanità, come la fame, le guerre, gli squilibri economici e politici, le prevaricazioni e le ingiustizie.
- Inoltre i frutti del pensiero umano hanno quasi sempre un fine egoistico: chi fa una nuova invenzione ne incassa i proventi dai brevetti e dalle royalities per tutta la vita, mettendosi in mostra a livello internazionale e, se pure molti potranno beneficiare della sua intelligenza, alla fine l’incentivo che l’ha mosso è più la brama di soldi e di notorietà che il desiderio di giovare all’umanità, desiderio, quest’ultimo, che, pure, potrebbe non essere del tutto assente.
- Per di più il nostro pensiero è una funzione ruminante: pensiamo continuamente e ossessivamente il già pensato. Facciamo una prova: annotiamo quanti pensieri veramente nuovi abbiamo ogni giorno, cioè pensieri che non abbiamo fatto mai in tutta la nostra vita nemmeno in una variante. Se siamo onesti con noi stessi, arriviamo a una media di cinque al giorno? Dubito fortemente. Il guaio è che pensiamo dalla mattina alla sera, di giorno e di notte. Rigirando sempre all’infinito la solita vecchia minestra riscaldata.
- E perfino se abbiamo un pensiero veramente nuovo, siamo sicuri che questo sia utile e creativo e ci porti ad arricchire la nostra vita oppure è l’ennesima inutile fuga dalla realtà, una fantasticheria o un futile giochetto intellettuale che, di fatto, non ci porta a nulla?
- Del nostro pensiero noi non siamo affatto padroni, al massimo siamo le vittime. Provate a mettervi ad occhi chiusi e a bloccare completamente qualsiasi pensiero o immagine mentale per soli tre minuti (cronometrati da un timer). Se siete onesti con voi stessi scoprirete che non ci riuscite, e che qualche pensierino o immagine comunque fa capolino a vostra insaputa. Perchè quasi nessuno è padrone del proprio pensiero, e solo chi ne è veramente padrone lo può fermare. I grandi lama tibetani, quando si mettono in meditazione, bloccano completamente il pensiero concreto, pur rimanendo in stato di veglia, e dagli elettroencefalogrammi si può verificare questo loro particolare stato mentale. Loro sì che sono padroni del pensiero! Ma quanti, anche tra i cosiddetti grandi pensatori che si gloriano di pilotare così bene il loro cervello sanno fermare il veicolo a piacere?
- Ricordate il vecchio cogito ergo sum di Cartesio? Ci ricorda che noi, e perfino quelli che riteniamo grandi pensatori, non riusciamo a distinguere tra il nostro io e il nostro pensiero. Ci sentiamo tutt’uno. Ed è un handicap certo non piccolo perché ci porta ad una serie inenarrabile di fesserie, che non fanno altro che rovinarci la vita. Ed il fatto di non riuscire nemmeno a localizzare compiutamente il pensiero all’interno della nostra personalità è uno dei principali motivi per cui non riusciamo ad esserne padroni.
- Il pensiero è il principale strumento di divisione tra gli uomini, gruppi, religioni, società e stati. Tutte le litigate e i conflitti interpersonali nascono dal fatto che io non la penso così. Le prevaricazioni sono sempre il tentativo di imporre con la forza il proprio pensiero, e la violenza psicologica (cioè prodotta col pensiero) è più numerosa e più subdola e meno tutelabile di quella fisica, per la quale abbiamo almeno la polizia a difenderci.
- Il nostro pensiero è costantemente insozzato di ogni genere di pattume psichico: malinconie, sospetti, pettegolezzi, criticismi, paure, ossessioni, rancori, gelosie, invidie, sfiducie, rabbie, bramosie, tentazioni, inibizioni, blocchi, idiosincrasie ecc. Siamo pieni di veleno e viviamo in ambienti psichicamente tossici. E non solo: più i nostri pensieri sono negativi e inquinanti, più ci sguazziamo dentro, come i maiali nel fango, e li ripetiamo all’infinito per poterci inzaccherare fino in fondo, incapaci completamente di uscirne.
Insomma, tutta sta meraviglia nel pensiero umano, così come è stato finora utilizzato, addirittura divinizzato nella illuministica Dea Ragione, io non la vedo.
Eppure è una funzione ancora tutta da scoprire, e che ha in serbo per noi delle splendide scoperte.
Finora solo pochi saggi hanno saputo diventare padroni del loro pensiero e quindi sono riusciti a purificarlo ed educarlo, ottenendo qualcosa di veramente utile per se e per gli altri.
Ed è a queste persone, che dovremmo guardare, cercando di imitarne le tecniche con impegno e perseveranza, invece di lasciarci andare sempre e solo alla deriva solo perché tutti fanno così.
Il pensiero, infatti, può essere uno strumento splendido per chi impara ad usarlo da padrone. Ma occorre fatica e applicazione. Perché il fatto di pensare, non significa affatto saper pensare.