Diario dall’India: 29 gennaio 2015

Anche oggi duro lavoro ma niente eventi particolari da raccontare.

E, come al solito, voglio mostrare altre stranezze, per noi inconcepibili di questo posto.

In questi giorni, a Crookety House, abbiamo i muratori per dei lavori di manutenzione e riparazione del tetto.

Vorrei solo che guardaste la foto sottostante, ovvero come viene costruita qui una impalcatura in bambù. In Italia per molto meno ci darebbero l’ergastolo. Qui è l’assoluta normalità.

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Diario dall’India: 28 gennaio 2015

Anche oggi non è successo niente di particolare, a parte che in serata è venuto a Crookety House uno scrittore russo che vive nel Regno Unito e con il quale abbiamo amabilmente conversato.

A questo punto vi racconto, a grande richiesta – visto che tutti mi chiedono come si mangia in India – qualche cosa relativo al nostro menu quotidiano (sulla cucina parlerò un’altra volta).

La mattina per colazione Suman ci prepara caffè e the, come avverrebbe in qualsiasi altra parte del mondo. Qualche volta prepara anche del porridge, ma non ha avuto molto successo. Quello che ha avuto enorme successo è il pane tibetano – un pane a cassetta fatto con delle farine strane e saporitissime, che viene abbrustolito nel tostapane – sul quale spalmiamo una deliziosa marmellata d’arance, di fabbricazione bhutanese, che è meravigliosa in quanto è metà marmellata metà gelatina. E’ talmente appetitosa che ne consumiamo grandi quantità e suscitiamo le perplessità dei nostri amici indiani perché finora non abbiamo voluto provare nient’altro. Oltre a questo Suman prepara uno yoghurt fatto in casa squisito. Visto che non voglio mangiare latticini mi sono limitato a mangiarlo un paio di volte, comunque è meraviglioso.

Il pranzo quasi sempre lo consumiamo al Gandhi Ashram. C’è sempre il riso Basmati cotto a vapore, la zuppa di lenticchie (molto liquida) che si sparge sul riso, e più piatti di verdure in padella con abbinamenti e spezie diversi. Talvolta a fine pasto c’è pure un dolce (al cioccolato o alla banana). Raramente c’è, in aggiunta alle verdure in padella, un po’ di pollo oppure del pesce (sì, qui i contadini allevano pesci in vasche e da queste parti si trovano pure le pescherie. Purtroppo i pesci di acqua dolce che si trovano qui sono pienissimi di spine e poco appetitosi.  Spesso vengono messi in tavola i pickles. Pickle in inglese significa conserva, cibo in barattolo. Qui significa una bomba di peperoncino da rimanere ustionati. Difficile assaggiarli due volte, i sopravvissuti imparano rapidamente la lezione.

La cena è sempre a Crookety House. Comprende molte cose differenti, secondo un menu che viene sempre variato secondo un’alternanza a base settimanale. Qui Suman dà il meglio di se stessa, con una grande varietà, non facilmente sintetizzabile in poche righe. E noi ne siamo estremamente soddisfatti.

 

Diario dall’India: 27 gennaio 2015

Oggi è una giornata in cui, stranamente, non sono successe delle cose particolari. Ho lavorato tutto il giorno al Gandhi Ashram, 4 ore la mattina e 4 ore al pomeriggio.

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Al lavoro con il coro. Guardate come sono vestito io e come sono vestiti gli studenti…

Ho deciso che, nelle giornate in cui non ci sono eventi particolari degni di nota, nel mio blog riporto alcune osservazioni e curiosità relative alla mia permanenza in India.

Oggi vi racconto una delle tante cose interessanti dell’India: i costi bassissimi.

Qui vivere costa pochissimo, quando prendo il taxi spendo circa un euro, quanto in Italia mi costa prendere l’autobus, abbiamo comprato 3 torte grandi alla frutta in pasticceria e abbiamo speso un euro ciascuna. Questo perché la rupia indiana ha un cambio molto basso rispetto all’euro (ed anche al dollaro) e questo favorisce certamente il turismo e le esportazioni.

Ecco cosa mi ha dato un botteghino dei cambi in cambio di 100€. Sono così tante banconote che non ci stanno nel portafoglio.

Ecco cosa mi ha dato un botteghino dei cambi in cambio di 100€. Sono così tante banconote che non ci stanno nel portafoglio.

Tuttavia quando si tratta di vendere ai turisti i prezzi schizzano alle stelle. Le statuette in ottone o in rame delle varie divinità indù, amatissime dai turisti, vengono vendute a prezzi occidentali, così pure alcuni alberghi di lusso, la cui clientela è solo occidentale, sono estremamente cari, perfino se vengono confrontati con prezzi europei.

Diario dall’India: 26 gennaio 2015

La Festa Nazionale

Oggi è lunedì, ma è la Festa Nazionale Indiana. Siamo andati al Mela Circus di Kalimpong per vedere la grande celebrazione.

Sono presenti tutte le scuole della zona, dove gli studenti sfoggiano le loro splendide uniformi. Mancano solo quelli del Gandhi Ashram, che sono troppo poveri per acquistarne una, ma dovrebbero eseguire della musica. Fatto sta che dalle 9 alle 11 siamo stati seduti sulle tribune e gli studenti del Gandhi Ashram non li abbiamo visti. Pertanto ce ne siamo andati. Abbiamo saputo in seguito che gli studenti si sono esibiti molto più tardi.

Nel pomeriggio abbiamo visto numerosi camion che portavano le statue di Sarasvati fino al fiume Teesta, dove sarebbero state caricate su delle zattere che (forse) le avrebbero portate fino al mare. I camion erano gremiti di giovani che cantavano a squarciagola la devozione alla dea.