Un santo tira l’altro

Fino a non moltissimo tempo addietro fioriva un filone letterario che si chiamava agiografico, e che consisteva nel descrivere le vite dei santi. Tali descrizioni erano piene di iperboli, di invenzioni, di esagerazioni, e non avevano nulla a che fare con la storia vera. In questo tipo di letteratura i buoni (=i santi) erano eroici, perfettissimi, infaticabili, mentre i malvagi (=diavoli, empi ed eretici) erano la quintessenza dei ogni perfidia.

Poche cose sono così rassicuranti che vedere il bene tutto da una parte e il male tutto dall’altra. Illuminismo, scientismo e laicismo hanno raso al suolo questa fiorente letteratura ed anche tutte le sicurezze che essa dava.

Eppure, sotto mentita veste, la letteratura agiografica non è affatto scomparsa, anzi sta facendo più audience di prima.

Pur avendo abolito da 20 anni la televisione dalla mia vita, mi è bastato vedere un telegiornale e ho scoperto che questa è la forma in cui il genere si è trasformato. Nel telegiornale, il padrone di turno della rete è il santo e i suoi oppositori sono i demoni.

E’ stupefacente vedere quanto sia tranquillizzante la totale divisione tra male e bene…

Già fatto?

Che meraviglia! Per festeggiare l’arrivo della primavera, il popolare governo-talk-show, decide di cambiare il cuore della costituzione in pochissime ore, usando come principio ispiratore lo slogan “già fatto?” reduce dal grande successo nelle pubblicità degli aghi indolori.
In tempi record, assolutamente imbattibili, appronta un meraviglioso capolavoro di paradossi incrociati che darà ai comici un enorme superlavoro e una carriera lunga e garantita.
Avremo finalmente il conflitto di interessi come diritto, ma che dico, addirittura prassi costituzionale.
E’ stupenda questa rivoluzione copernicana: il futuro senato, costituito da eletti degli enti di governo locale, potrà legiferare sugli enti locali stessi, per cui potere legislativo, ed esecutivo saranno incarnati dalle stesse persone che saranno contemporaneamente anche controllati e controllori, legiferati e legiferatori, comandanti e comandati (o mamma! … come mi piacciono gli scioglilingua).
Nemmeno i miei amici complottisti incalliti sarebbero arrivati a concepire questo capolavoro. Abbiamo dei geni al governo: giù il cappello signori, ammirate, riflettete, provate ammirazione e rispetto, e, soprattutto, tacete attoniti, perché è la cosa che fa loro più piacere.
Pensare che solo un paio di anni fa c’era un gruppo di nostalgici della Fata Turchina che dicevano che “la costituzione non si tocca”. Per miracolo di S.Matteo si sono trasformati tutti in statue di sale.

Vaghe stelle dell’orsa

L’Orsa Maggiore vista dal telescopio Hubble e rielaborata al computer

Questa sera sono uscito sul terrazzo, tenendo tutte le luci spente, per gustarmi il cielo stellato primaverile. Mi sono cullato per un po’ in quell’incanto, e subito mi sono ricordato di quando, da bambino, pretendevo di memorizzare il cielo sopra casa per essere sicuro di saperla ritrovare in caso di necessità. Neanche fossi un marinaio in mezzo all’oceano. Allora non sapevo che le stelle si spostano come fanno gli umani, ma il solo tentativo di fissare nei miei occhi la loro posizione mi dava un senso di sicurezza in qualcosa che credevo eterno ed immutabile. Sono passate tante primavere, ma quella ricerca istintiva dell’Orsa Maggiore e quel senso di sicurezza riposto in quei pallini che brillano tremando nel buio è rimasto immutato. Sballottato dal continuo viaggiare sulle strade del mondo e dalle erratiche esperienze della vita, fin troppo ricca di lunghi e faticosi percorsi, faccio fatica a spiegare a me stesso cosa significhi “casa”.  Ma quando la giornata finisce, mi basta alzare gli occhi verso il grande buio perdendovi lo sguardo e sento che il mio cuore riposa nella casa della pace. L’unica dalla quale non ho mai tentato un esilio.

Circolari che – purtroppo – circolano


Quando a vent’anni (o giù di lì) mi divertivo a programmare in Basic i computers di allora – tempi eroici e tecnologie arretratissime –  realizzai un generatore automatico di circolari ministeriali che, attingendo ad un database di frasi fatte, di citazioni e di espressioni comuni che trovavo nelle circolari ministeriali di allora, produceva infinite nuove circolari ministeriali ogni volta che si premeva il tasto F9.

Il programma seguiva la seguente sintassi:
“In risposta a”  + [soggetto casuale] + “premesso che” + [premessa casuale] + “considerando altresì che” + [premessa casuale] + “al riguardo si precisa che” + [affermazione casuale] + “le disposizioni contenute nel”+ [citazione casuale] + “ai sensi di” + [citazione casuale] + “sono da considerarsi” + [affermazione causale]

Visto quanto era divertente, in seguito perfezionai il codice in maniera che anche le frasi virgolettate venissero randomizzate tra numerose frasi sinonime e sistemai la punteggiatura, le maiuscole, le concordanze singolare/plurale e le preposizioni, ampliando il database e perfezionando costantemente l’algoritmo di generazione.

Ebbene, sono sconvolto: mi hanno rubato il programma!
Non so se sia stato Assange o Anonymous, la CIA o il Sismi, fatto sta che riconosco nelle ultime circolari del Ministero l’inconfondibile marchio del mio software: stesse frasi, stessa sequenza, stessa logica, stessa sintassi.
E’ chiaro che stanno premendo F9 dalla mattina alla sera per farsi delle grasse risate come me le facevo io.
Ma, mi chiedo, perché debbono, poi, spedire l’output con timbri e firme a tutte le istituzioni?