Si può affermare a buon diritto che l'asse portante dell'identità nazionale e il motore delle lotte patriottiche sia stata la Musica, e in particolare l'Opera. Alcuni cori d'Opera sono stati gli inni o gli stimoli interiori con cui il concetto di Patria è stato costituito. Visto che le Opere patriottiche del risorgimento erano vietate dalla censura, molto spesso i libretti erano ambientati altrove, in modo da non destare sospetti e quindi divieti. Le ambientazioni più gettonate erano nei contesti della storia biblica o in paesi neutrali (Spagna, Inghilterra, America, ecc.) La scrittura di Verdi è sempre incitante, talvolta è difficile ascoltare la sua musica rimanendo seduti, a volte si sente il bisogno di alzarsi in piedi.
Possiamo considerarlo alla stregua dell'Inno Nazionale Italiano, infatti lo è “in pectore”. Anche se non si presta ad essere Inno Nazionale in quanto il carattere mesto, i coloriti estremi, il testo che parla di Ebrei e non di Italiani lo rendono inadatto a tale funzione. Ma rimane sempre una musica del cuore.
Ebbe un successo molto simile a quello di Va pensiero, ma aveva anche il vantaggio che si parlava di Lombardi e non di Ebrei, cosa che faceva molto piacere ai patrioti.
La scrittura di Verdi è incomparabile per l'incitazione patriottica
Verdi non usava il coro soltanto per costruire inni e incitamenti patriottici. Talvolta il coro viene utilizzato in maniera spigliata come se si trattasse di musica strumentale.
Altro modo di usare il coro in forma strumentale
Questo pezzo è sempre stato chiamato il “Coro del Mosè”, in realtà è un Vaudeville con alternanza solisti e coro strofa per strofa. Durante il Risorgimento era venerato e amato come il Va pensiero.