I diritti di autore tutelano unicamente lo sfruttamento economico delle opere, e null'altro.
Andrebbero, molto più appropriatamente, chamati “diritti di editore”, perché l'autore è quello che, comunque, ci guadagna di meno.
Ci sono un sacco di casi dove il diritto si ritorce contro l'autore.
Ecco alcuni piccoli esempi:
Quando un libro è esaurito e l'editore non vuole ristamparlo, l'opera è da considerarsi perduta. Infatti non si può fotocopiare nè si può acquistare.
La comunità europea ha deciso che i prestiti di libri delle biblioteche non possono più avvenire gratuitamente e l'Italia è l'ultimo paese (per fortuna!) a non essersi ancora adeguato. Quando l'adeguamento sarà completato, avremo una circolazione della cultura molto inferiore. La minore circolazione della cultura causerà sicuramente un grave danno economico agli editori, ma questi, nel terrore di non intascare qualche spicciolo, sono disposti a desertificare la civiltà.
Nel settore cinematografico quando un film ha terminato il periodo di tempo in cui vige il diritto d'autore la casa produttrice generalmente ne distrugge tutte le “pizze”, perché farebbero concorrenza alle nuove produzioni senza produrre alcun reddito. E' per questo motivo che un gran numero di film storici sono andati perduti. E i film storici che possediamo sono generalmente frutto di salvataggi fatti da appassionati.
A questo proposito invito a leggere questo articolo, dove si evince che sono proprio i cosiddetti pirati a salvaguardare la conservazione della cultura
I diritti d'autore troppo spesso si ritorcono contro gli stessi utenti e ledono delle libertà fondamentali dei cittadini.
La questione sta diventando di tale rilevanza che in Svezia è nato il partito dei pirati (sic), un partito politico che si presenterà alle elezioni il cui cardine politico è basato sull'abolizione della proprietà intellettuale.
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